Test di stabilità termica

Test di stabilità termica

È molto importante scegliere il metodo di test corretto per determinare le temperature massime di utilizzo sicuro. Di solito le aziende utilizzano ciecamente i metodi di calorimetria a scansione differenziale (DSC) o di analisi termica differenziale (DTA) per stabilire i limiti di stabilità termica. 

Test di stabilità termica

Tuttavia, questi metodi di prova a tenuta stagna non sono sufficienti per rilevare i processi di ossidazione e sovrastimano notevolmente le temperature di lavorazione sicure. Sono disponibili metodi di prova alternativi specifici per le polveri o considerando l'esposizione all'aria e al calcare e forniscono dati di prova affidabili e conservativi per tutte le condizioni di lavorazione.

Agenti atmosferici chimici

  • Calorimetro a scansione differenziale (DSC)
  • Analisi termica differenziale (tubo Carius)
  • Calorimetro adiabatico (utilizzando Acceleration Speed ​​Calorimeter (ARC) o ADC II Calorimeter system)
  • Metodi di prova CLP e UN per la classificazione delle sostanze autoreattive (UN Classe 2, Divisione 4), compresi i metodi di prova H.4 (Adiabatic Storage Test) e H.4.1 (Heat Deposition Storage Test)

Ossidazione termica

  • Bulk Powder (cella di diffusione) per esaminare la separazione negli essiccatori alla rinfusa (spray, vassoio, essiccatori flash)
  • Serie di prove su cestello utilizzate per stimare i limiti termici per impianti di stoccaggio di grandi dimensioni
  • Test in cella aerata per esaminare la polvere in ambienti gassosi come essiccatori a letto fluido o essiccatori a tamburo rotante
  • Prova Air Layer per essiccatori con strati o depositi sottili o per esaminare la stabilità termica degli strati di polvere nel condotto

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